Giuria Internazionale 2024
Sin dalla sua prima edizione il Nazra Palestine Short Film Festival ha vantato una giuria di grande spessore e competenza, composta da personalità di spicco del panorama culturale italiano e internazionale, inclusi giornalisti, registi, produttori e studiosi di rilievo. L'edizione 2024 del Nazra non fa eccezione, presentandosi con una giuria d'eccezione, ciascuno dei cui membri apporta una ricca esperienza e una prospettiva unica al festival.
Muayad Alayan
Regista, produttore
Muayad Alayan
Regista, produttore
Muayad Alayan è un regista, direttore della fotografia e produttore palestinese il cui lavoro pluripremiato è stato visto dal pubblico di tutto il mondo. Il suo esordio alla regia, LOVE, THEFT AND OTHER ENTANGLEMENTS (Palestina 2015), è stato presentato in anteprima alla sezione Panorama alla Berlinale nel 2015. Il suo secondo lungometraggio, THE REPORTS ON SARAH AND SALEEM (Palestina/Paesi Bassi/Germania/Messico 2018), ha vinto il Premio speciale della giuria del Concorso Hivos Tiger di Rotterdam e il Premio del pubblico Hubert Bals. Ha vinto, inoltre, i primi premi al Seattle IFF e al Durban IFF ed è stato distribuito in oltre 50 territori. Il primo cortometraggio fiction di Alayan, LESH SABREEN, è stato presentato in anteprima in concorso al Clermont-Ferrand Short Film Festival nel 2009. Il suo terzo lungometraggio, A HOUSE IN JERUSALEM (Palestina/Regno Unito/Germania/Paesi Bassi/Qatar 2023), è stato presentato in anteprima a Rotterdam ed è stato nominato per la Medaglia Ghandi dell'UNESCO e per gli Asia Pacific Screen Awards. Muayad ha lavorato a lungo con centri giovanili e comunitari e organizzazioni non governative su progetti di promozione della cultura cinematografica e delle infrastrutture cinematografiche. Occasionalmente è stato docente di regia e fotografia presso diverse istituzioni accademiche. Alayan è membro della rete di produttori ACE e ha fatto parte della giuria di diversi festival e fondi cinematografici internazionali e regionali.
Nadine Naous
Regista e produttrice
Nadine Naous
Regista e produttrice
Ha iniziato la sua carriera artistica con video, super-8 e installazioni fotografiche.
Ha scritto e diretto quattro film:
Chacun sa Palestine (FID - Arte) Clichés (BRIFF, Arte, Musée du quai de Branly) Home Sweet Home (Visions du réel, Etoile de la Scam 2016) Au Kiosque Citoyens! (France 3, Nova Frontier Film Festival NY).
Muovendosi tra Beirut e Parigi, tra fiction e documentario, ha lavorato a diversi progetti di lungometraggi come sceneggiatrice, adattatrice di dialoghi e attrice.
Bye Bye Tibériade di Lina Soualem (Giornate degli Autori alla Mostra 2023, Premio Ullysse per il Documentario a Cinemed 2023, Premio della Giuria al Festival Internazionale del Cinema di Marrakech), Sous le ciel d'Alice di Chloé Mazlo, Une famille Syrienne di Philippe Van leuw, Héritage di Hiam Abbass...
Nel 2022 ha coprodotto l'ultimo cortometraggio di Rakan Mayassi, The Key, per First Sight Films.
Come produttrice, sta attualmente sviluppando il primo lungometraggio di Katia Saleh, La mort ne m'aura pas vivant, e sta lavorando come sceneggiatrice e regista a due progetti documentaristici.One day however a small line of blind text by the name of Lorem Ipsum decided to leave for the far World of Grammar. The Big Oxmox advised her not to do so, because
Michela Occhipinti
regista e produttrice
Michela Occhipinti
regista e produttrice
Dopo aver vissuto tra Europa, Africa e Asia e aver lavorato in svariate produzioni di documentari, pubblicità e cinema ricoprendo vari ruoli, nel 2003 parte per un anno in Sud America dove produce e dirige il documentario, "¡Viva la Pepa! (ridateci la Costituzione)" sulla crisi sociale in Argentina.
Dal 2005 al 2007 cura la regia di vari reportage sull’immigrazione per la RAI, cui fanno seguito il documentario no profit "Sei Uno Nero” in Malawi e il suo primo lungometraggio "Lettere dal deserto (elogio della lentezza)” che produce e dirige in India e che partecipa ad oltre 80 festival internazionali, diventando uno dei documentari più premiati del 2010.
Il suo primo lungometraggio di finzione “Il Corpo della sposa” (“Flesh Out”), ambientato in Mauritania, viene presentato in prima mondiale al Festival di Berlino nel 2019. Selezionato nel concorso internazionale di Tribeca a New York e in oltre cento festival italiani e internazionali, ricevendo numerosi premi, tra cui una candidatura ai Nastri d’Argento come miglior regista esordiente.
Chiara Cruciati
Giornalista
Chiara Cruciati
Giornalista
Chiara Cruciati (1983), giornalista e vicedirettrice del manifesto, scrive di Medio Oriente sulle pagine del quotidiano. È autrice di Cinquant’anni dopo (Alegre, 2017), Israele, mito e realtà (Alegre, 2018) e La montagna sola (Alegre, 2022).
Hanna Atallah
Regista e produttore
Hanna Atallah
Regista e produttore
Hanna Atallah é un regista, produttore e manager artistico-culturale, che vive tra Berlino e Gerusalemme. Ha conseguito una laurea in Studi cinematografici presso l'Istituto superiore di cinema dell'Accademia egiziana delle arti. Dare voce alle voci inascoltate è stato il motore della sua carriera professionale di regista, produttore e educatore. Con la creazione di Filmlab Palestine nel 2014, un’organizzazione no-profit con sede a Ramallah, ha sviluppato una piattaforma per attivare la cultura cinematografica e lo scambio di conoscenze professionali in Palestina che ha aperto le porte a una rete regionale e internazionale per i professionisti del cinema palestinesi.
Simone Sibilio
Professore di lingua e letteratura araba
Simone Sibilio
Professore di lingua e letteratura araba
Professore Associato di lingua e letteratura araba presso il Dipartimento di Studi sull’Asia e l’Africa mediterranea (DSAAM) all’Università Ca’ Foscari di Venezia. Membro del Comitato scientifico dell’Euramal (European Association for Modern Arabic Literature) e del CEM (Research Centre on Contemporary Middle East of Ca’ Foscari University), è inoltre Coordinatore del Collegio didattico del Corso di Laurea triennale del DSAAM nonché del nonché del Gruppo di Assicurazione della Qualità (AQ). Le sue principali aree di ricerca sono la poesia araba moderna e contemporanea, la questione palestinese, la traduzione letteraria. Tra le sue maggiori pubblicazioni, Nakba. La memoria letteraria della catastrofe palestinese (Edizioni Q, II, 2015); In guerra non mi cercate. Poesia araba delle rivoluzioni e oltre (in collaborazione con O. Capezio, E. Chiti e F.M. Corrao, Le Monnier, 2018) e Poesia araba moderna e contemporanea per la collana di Pubblicazioni Scientifiche dell’Istituto per l’Oriente (Ipocan) di Roma, 2022. Ha tradotto numerosi poeti arabi contemporanei tra cui Muhammad al-Fayturi, Talal Haidar, Moncef Ouhaibi, Ghassan Zaqtan, Najwan Darwish. Ha in preparazione un volume antologico sulla poetessa siriana Widad Nabi e un lavoro sul poeta palestinese Mahmud Darwish. È inoltre co-curatore con A. Bianco e B. Rayhanova del volume Contemporary Arabic Literature and Migrations. New Poetics and Perspectives, di prossima uscita per Tauris, London. Ha pubblicato la silloge Una bussola per bandiera (Di Felice Edizioni, 2021). Ha pubblicato la silloge Una bussola per bandiera (Di Felice Edizioni, 2021). È stato il direttore artistico di Nazra Palestine Short Film Festival negli anni 2018-2020.
Simona Maggiorelli
Giornalista, autrice
Simona Maggiorelli
Giornalista, autrice
Simona Maggiorelli è la direttrice responsabile di “Left”. Ha lavorato nei quotidiani “Liberazione”, “Il Giornale”, “La Nazione” ed “Europa”, come critica d’arte e cronista culturale. Dal 2002 nella redazione di “Avvenimenti” e dal 2006 a “Left”, occupandosi di cultura e scienza. Ha diretto la rivista “Teatro da Quattro Soldi” e ha collaborato con “La Rinascita della sinistra”, “Hystrio”, “East”, “Babylon Post” e altre testate. Tra i suoi libri: Tragicamente, sul teatro di Alfonso Santagata (2002) e con N. Garrone, F. Tei e altri, Il teatro comico toscano (2001). Ha collaborato a La danza del drago giallo (2003) e ad Arte senza memoria (2007) di D. Fargnoli. Ha firmato l’introduzione di Party, a song for Leo (2003) di A. Raveggi e per L’Asino d’oro la postfazione di Figli rubati (2015) di F. Tulli.
Monica Maurer
Scrittrice e regista
Monica Maurer
Scrittrice e regista
Monica Maurer è un’accademica, scrittrice e regista, ha studiato sociologia e scienze della comunicazione all’università di Monaco e Berlino prima di lavorare come giornalista per diversi giornali in Germania e per la rivista radicale americana “Ramparts”. In seguito ha scritto lungometraggi per la televisione ed è diventata assistente alla regia del regista d’avanguardia Carmelo Bene. A causa delle crescenti tensioni anti-arabe nel 1974 lasciò la produzione cinematografica a favore dell’attivismo politico, aprendo una libreria multinazionale per lavoratori immigrati a Colonia (Germania). Dal 1977 in poi ha lavorato come regista e scrittrice con la Palestinian Cinema Institution (PLO Unified Information) e il Dipartimento per l’informazione della PRCS (Palestine Red Crescent Society) a Beirut, producendo una serie di film sulla questione palestinese tra cui la “Mezzaluna Rossa Palestinese”, “Children of Palestine”, “The Fifth War”, “Born from Death” e “Palestine in Flames”. Dal 1994/96 ha insegnato alla Scuola Internazionale di Cinema e TV a Cuba e ora vive a Roma dove continua a insegnare e lavorare come consulente cinematografica.
Maria Elena Delia
Attivista e cooperante internazionale
Maria Elena Delia
Attivista e cooperante internazionale
Maria Elena Delia. Torinese. Dopo diverse esperienze in molti paesi del mondo, dove opera come volontaria in progetti per lo sviluppo del territorio e la tutela dei bambini, si dedica principalmente a progetti per la difesa dei diritti dei palestinesi. Fa parte dell’International Solidarity Movement e dal 2009 al 2013 diventa referente per l’Italia nella Coalizione Internazionale della Freedom Flotilla. Dal 2012 è Consigliere all’interno del board della Fondazione Vittorio Arrigoni (http://www.fondazionevikutopia.org/) che promuove interventi umanitari in Italia e all’estero.
Paola Caridi
Giornalista e fondatrice di Lettera 22
Paola Caridi
Giornalista e fondatrice di Lettera 22
Paola Caridi è una giornalista nata a Roma ed è socia fondatrice dell’Agenzia di Stampa “Lettera22”. Ha scritto per quotidiani italiani nazionali e locali. Ha conseguito un PhD in Storia delle Relazioni Internazionali ed è specializzata nella regione del Medio Oriente e del Nord Africa. Corrispondente al Cairo (2001-2003), ha lavorato dal 2003 al 2012 a Gerusalemme. Docente presso l’Università degli Studi di Palermo di Storia delle Relazioni Internazionali, Paola Caridi è anche membro dell’Istituto Affari Internazionali. Ha pubblicato nel 2007 Arabi Invisibili. Nel 2009 ha pubblicato Hamas. Seven Stories Press ha pubblicato a marzo 2012, la versione americana del libro, aggiornata e con un capitolo aggiunto sugli ultimi eventi. Nel 2011 ha curato e tradotto l’edizione italiana del libro di “Aswani On the State of Egypt”. Nel 2013 ha pubblicato “Gerusalemme senza Dio. Ritratto di una Città Crudele”. Dal 2008 gestisce invisiblearabs.com, un blog sulla politica e la cultura pop araba. È Cavaliere dell’Ordine della Stella della Solidarietà Italiana, ordine presieduto dal Presidente della Repubblica Italiana.
Nabil Salameh
Cantautore, scrittore e giornalista
Nabil Salameh
Cantautore, scrittore e giornalista
Nabil Salameh. Cantautore, scrittore e giornalista d’origine palestinese nato a Tripoli del Libano. Si trasferisce in Italia per terminare gli studi universitari e laurearsi in ingegneria. Dal 1998 al 2007 ha lavorato come corrispondente dall’Italia per al-Jazeera. È fondatore, voce e autore del gruppo Al Darawish e successivamente Radiodervish, una delle realtà più affermate di World Music in Italia. Conduttore di una serie radiofonica sulla musica araba su Rete Due della Radio svizzera italiana. Dal 2014 è docente di Etnomusicologia e storia della musica araba. Relatore in molte conferenze sulla cultura e sulla musica del mondo arabo. Molteplici le sue collaborazioni musicali, teatrali e le sue partecipazioni a festival e rassegne musicali e letterarie italiane e internazionali. Nel 2016 traduce per la casa editrice Jouvance l’antologia “Le mie poesie più belle” del grande poeta siriano Nizar Qabbani, curandone la trasposizione scenica in un reading a due voci e due lingue (arabo e italiano). Vincitore di numerosi premi e riconoscimenti tra i quali il premio “Piero Ciampi” per il miglior esordio musicale ed il premio “Città d’Otranto” per l’impegno nelle diffusione della pace e dei diritti umani . Direttore artistico del Festival Transmediterranea.
Wasim Dahmash
Professore, editore
Wasim Dahmash
Professore, editore
Wasim Dahmash palestinese nato a Damasco nel 1948, ha insegnato Lingua e Letteratura araba all’Università di Cagliari e Dialettologia araba all’Università Sapienza di Roma. I suoi ambiti di ricerca si concentrano principalmente sulle questioni attinenti la traduzione letteraria. Dirige la casa editrice Edizione Q specializzata in letteratura palestinese e araba. Tra le sue traduzioni dall’arabo all’italiano Versi di Ibrahim Nasrallah (Edizioni Q 2009) e Stato d’assedio di Mahmud Darwish (Edizioni Q 2014), e dall’italiano all’arabo E. Montale, S. Quasimodo, I. Calvino, P.P. Pasolini. E’ membro della giuria del Festival Al Ard di Cagliari.
Anna Maria Selini
Giornalista
Anna Maria Selini
Giornalista
Anna Maria Selini è una giornalista professionista freelance. Ha collaborato, tra gli altri, con Repubblica.it, l’Unità, Il Corriere della sera di Bologna, Altreconomia, Io donna e l'Eco di Bergamo. Specializzata in aree di crisi, ha realizzato reportage in Kosovo, Tunisia, Israele, Cipro, Cisgiordania e nella Striscia di Gaza. I suoi documentari sono stati trasmessi dalla Rai, Current tv e Tv2000. È autrice dei libri Vittorio Arrigoni, Ritratto di un utopista (Castelvecchi); Ritorno in apnea. Da Bergamo a Roma diario del Covid-19 e dei podcast Oslo 30- L’illusione della pace (Altreconomia) e Smemorati (Chora Media).
May Odeh
Produttrice e regista
May Odeh
Produttrice e regista
May Odeh è una produttrice e regista palestinese. Il suo recente film come produttrice è "Hanging Gardens", presentato in anteprima nel 2022 alla Mostra del Cinema di Venezia e premiato come miglior film al Red Sea Film Festival. Odeh è nota per aver prodotto "200 Meters" di Ameen Nayfeh, che ha ricevuto 27 premi in tutto il mondo ed è stato il film rappresentante della Giordania agli Oscar come miglior film straniero. Nel 2020, Odeh è stata nominata da Variety Talento dell'anno MENA. È la fondatrice di ODEH FILMS, una società di produzione che mira a produrre e distribuire documentari e film di finzione creativi. Odeh è regista e produttrice, nota soprattutto per "Hanging Gardens" 2022, "Notes On Displacement" 2022, "1000 Fires" 2021, "200 Meters" 2020, "The Present" 2020, "Maradon's Legs" 2019 , "In Vitor" 2019, "Gaza by Her" (2017), "The Crossing" (2017), "Drawing for Better dreams" (2015), "Diaries" (2011), ROSHMIA "2014", Izriqaq "2013".
FCP
Festival Ciné-Palestine (FCP)
FCP
Festival Ciné-Palestine (FCP)
Il Festival Ciné-Palestine (FCP) è un festival cinematografico creato nel 2015, che si tiene ogni anno in diversi luoghi della regione metropolitana di Parigi e dal 2022 a Marsiglia, la cui missione è contribuire alla promozione del cinema palestinese.
Sin dalla sua nascita, il Festival Ciné-Palestine si è imposto come un evento imperdibile nell'agenda culturale di Parigi e della sua periferia.
Consentendo la distribuzione di opere di artisti palestinesi e/o che evocano la Palestina. Il festival mira a mettere in evidenza la qualità del cinema palestinese e la sua diversità.
Trascendendo le restrizioni imposte dalle frontiere, il FCP offre agli artisti palestinesi l'opportunità di incontrare il loro pubblico e crea uno spazio per discussioni, incontri e dibattiti sul cinema palestinese. Il comitato organizzativo del festival é interamente composto da volontari pertanto, il lavoro collaborativo, la formazione e la rapida delega di responsabilità ai nuovi membri sono sempre stati al centro dei metodi di lavoro del FCP che rimane soprattutto un'impresa umana, collettiva e solidale, sia per i suoi membri che per gli artisti e gli ospiti che lo rendono possibile ogni anno.
Sin dalla sua nascita, il Festival Ciné-Palestine si è imposto come un evento imperdibile nell'agenda culturale di Parigi e della sua periferia.
Consentendo la distribuzione di opere di artisti palestinesi e/o che evocano la Palestina. Il festival mira a mettere in evidenza la qualità del cinema palestinese e la sua diversità.
Trascendendo le restrizioni imposte dalle frontiere, il FCP offre agli artisti palestinesi l'opportunità di incontrare il loro pubblico e crea uno spazio per discussioni, incontri e dibattiti sul cinema palestinese. Il comitato organizzativo del festival é interamente composto da volontari pertanto, il lavoro collaborativo, la formazione e la rapida delega di responsabilità ai nuovi membri sono sempre stati al centro dei metodi di lavoro del FCP che rimane soprattutto un'impresa umana, collettiva e solidale, sia per i suoi membri che per gli artisti e gli ospiti che lo rendono possibile ogni anno.